Alla scoperta dei segreti sepolti: visita notturna al Museo Archeologico di Casteggio
C’è un appuntamento, in quel di Casteggio, previsto per il 31 ottobre.
Dove? Al Mac, il Museo Archeologico di Casteggio.
Quando, di preciso? La notte del 31 ottobre. 🌙
Tra luci e ombre del passato: la notte archeologica del 31 ottobre
L’attrezzatura necessaria per le visite guidate al Museo? 🏛️
🔦Torce e lumini per esplorare, tra le sale del Museo, un mondo che risale a millenni fa
🕵️♀️Tanta curiosità per ascoltare incredibili storie raccontate dalle Guide museali.
Preziosi reperti archeologici in Oltrepò Pavese
Lo scorso anno, il Museo ha guidato i partecipanti in un evento notturno, alla scoperta dei ritrovamenti di resti ossei appartenenti a una donna dell’antica Roma decapitata.
Il rinvenimento dei reperti è dovuto agli scavi del 1987 in via Torino a Casteggio, che hanno portato alla luce la necropoli dell’Area Pleba. I reperti archeologici trovati sono collocabili tra il I-IV d.C e dicono molto sulla quotidianità delle aree colonizzate dagli antichi romani.
In Oltrepò Pavese, le legioni romane arrivarono intorno al 300 a.C, portando usanze, credenze e anche le prassi derivanti dalle leggi del Diritto Romano.
Un salto temporale nell’Età del Rame

🦴Questa volta, con la visita guidata in notturna nel Museo (riservata solo agli adulti), il racconto ripercorre il ritrovamento dei resti scheletrici di un giovane a Medassino (Voghera), risalente a secoli ancora più remoti, all’Età del Rame, e i cui resti sono esposti proprio al Museo di Casteggio.
Questa sepoltura è stata scoperta nel 1978 in maniera casuale – come spesso accade – da personale operaio durante dei lavori.
Dall’analisi della modalità di sepoltura si è compreso quanto fossero già ben radicati tra gli uomini della preistoria il culto della continuità della vita ultraterrena e il concetto di rinascita.
Anche il fatto che accanto ai resti fosse presente un oggetto appartenuto al giovane, ci fa capire la cura verso le persone care defunte.
🗡️Nello specifico, si tratta di un arma con una punta in pietra lavorata: con tutta probabilità, la popolazione stanziata all’epoca in quel territorio riteneva che l’arma o altri oggetti potessero servire a chi lasciava la vita terrena, per difendersi ancora, o per cacciare, e così via.
L’importanza delle ricerche e degli studi archeologici
Le necropoli toccano il cuore dell’archeologia e delle narrazioni museali. Non certo per addentrarsi nell’oscurità, ma perchè i luoghi di sepoltura sono importanti archivi di memoria, specchi delle civiltà passate, fatte di relazioni sociali e anche di malattie e decessi, naturalmente.
Sono fonti storiche preziosissime, vere miniere sotterranee di notizie sull’evoluzione dell’umanità e del pianeta.
Sono mappe storiche delle migrazioni dei popoli.
Sono testimonianze materiali della quotidianità, della vita privata dei nostri avi e dei loro culti religiosi.
Gli oggetti inseriti nelle tombe – vasi, gioielli, strumenti, monete – raccontano abitudini, credenze e status sociale.
Sono – paradossalmente – frammenti di vita.
Rivelano credenze sull’aldilà. Le strutture tombali, le iscrizioni e i rituali funerari ci parlano di come le società antiche consideravano la morte e come immaginavano ciò che accadeva dopo.
In sostanza, quando si interpretano le antiche usanze funerarie e gli oggetti rituali, di fatto l‘archeologia incontra l’antropologia culturale.
Le sepolture documentano il progresso architettonico e l’abilità artistica delle popolazioni, Era dopo Era.
Le decorazioni, le sculture e le tecniche costruttive ci mostrano, infatti, il gusto e la maestria artigiana di un tempo remoto, oltre a permettere di risalire ai materiali presenti in un dato territorio, in un periodo storico.
Questo sottolinea anche il legame dell’archeologia con la geologia (i materiali usati facilmente erano quelli a disposizione delle popolazioni in una determinata area).
Tombe e necropoli ci fanno guardare indietro con rispetto.
Grazie all’inestimabile lavoro degli archeologi e dei Musei come il Museo Archeologico di Casteggio e dell’Oltrepò Pavese, possiamo leggere il passato – anche del nostro territorio, l’Oltrepò Pavese – attraverso ciò che la terra ha conservato per secoli.


